Il nostro mulino ad acqua, la cui storia è strettamente legata alle vicende del Ducato Milanese della seconda metà del XV secolo e dove si incrociarono tra storia e leggenda le vite dei protagonisti più conosciuti del Rinascimento, in epoca recente (a partire dal 1998) è stato convertito in Ecomuseo e spazio espositivo, uscendo dall’anonimato e dall’incuria e diventando uno dei luoghi di cultura della città di Vigevano.

Il Mulino di Mora Bassa, infatti, non è un semplice manufatto, ma un simbolo dello sviluppo agricolo delle terre vigevanesi.

Fu costruito intorno al 1488 per volontà del Duca Ludovico Maria Sforza, sfruttando le acque della roggia Mora (fatta realizzare negli stessi anni da Ludovico stesso per irrigare le campagne vigevanesi), e nel 1494 fu ceduto come dono di nozze alla consorte, la Duchessa Beatrice D’Este.
Nello stesso periodo Leonardo Da Vinci visse alla corte milanese e, come testimoniano appunti e riferimenti dei codici, egli era interessato anche agli sviluppi delle opere di irrigazione e sfruttamento delle acque. Per sete di conoscenza e studio Leonardo frequentò le terre di Vigevano soggiornando presso il castello dove il Duca Ludovico detto il Moro amava risiedere.

Proprio per testimoniare il legame tra il Duca e Leonardo, al Mulino è nata e cresce ancora oggi la collezione museale delle MACCHINE tratte dai Codici di LEONARDO DA VINCI.
Qui sono riprodotte quelle stesse macchine (insieme a molte altre, ormai siamo a circa 50 modelli) che Leonardo descrisse nella lettera che inviò a Ludovico per stupirlo, affascinarlo e convincerlo di quanto il suo genio eclettico potesse essere utile ad un duca potente e ambizioso.