Generale

“BellissiMaMente”è una Associazione senza natura giuridica costituita nel giugno 2013
L’associazione “BellissiMaMente” si propone di promuovere, sviluppare e perseguire finalità culturali inerenti il campo pedagogico, didattico e dell’educazione delle nuove generazioni, l’editoria, il campo artistico e letterario, musicale, filmico, teatrale e della cultura in genere. Si propone inoltre tra le sue principali finalità la promozione e la diffusione nel mondo, della cultura Salentina in tutte le sue diverse declinazioni. La promozione turistica nel mondo, del territorio Salentino in tutti i suoi aspetti e peculiarità
L’Associazione al momento ha un Partenariato con il Comune di Nardò il quale cede alla stessa, gratuitamente, la sala sita al primo piano del Castello “Palazzo Personè” sita nell’ala sinistra, al fine di realizzare il “Piccolo Museo del Costume Popolare del Salento”.

DESCRIZIONE:
“ Nel respingere di real ordine a V.S. Ill.ma la cassetta con i diversi saggi di disegno tirati nelle differenti posizioni della giovane luciana , Le partecipo di avere Sua Maestà scelti i due pittori Alessandro d’Anna e Saverio Gatta per passare nelle provincie del Regno per l’effetto ch’è a V. S. Ill.ma noto.
Rimane ora che V.S. Ill.ma dica il tempo in cui pensano di partire e il di più che occorra per meglio secondare le idee di Sua Maestà e facilitare a medesimi la esecuzione de reali ordini.
Caserta 11 dicembre 1782 F.to Il Marchese della Sambuca “
Questo è il testo della lettera che il Marchese della Sambuca (così chiamato il Principe di Camporeale Giuseppe Beccadelli, Ministro e Segretario di Stato del Re Ferdinando IV) invia al Cav. Venuti, incaricato dal Re alla cura della fabbrica di Capodimonte , nella quale comunica la decisione di Re Ferdinando di assegnare ai due pittori D’Anna e Gatta l’incarico di visitare i paesi delle provincie del Regno “… per trarre li disegni delle differenti fogge di vestire di quegli abitanti … … “ (cit.: “Il Costume Popolare Salentino”M.Paone-Congedo Ed. 1975).
Il Costume di un popolo, di un paese, è espressione del suo patrimonio culturale e volontà del sovrano è quella di creare nella rinomata fabbrica di Capodimonte pregiati servizi in porcellana con decorazioni rappresentanti le figure dei guazzetti in acquerello che i pittori avrebbero realizzato durante il lungo viaggio nelle province del Regno di Napoli , ceramiche che rappresentassero in maniera forte l’identità del suo popolo.
I pittori partiranno nel febbraio del 1783 cominciando dalla “terra di lavoro” per espressa volontà reale ( D’Anna e Gatta in realtà avrebbero preferito partire dalle terre di Bari e Lecce) . Nel giugno del 1783 Gatta verrà sostituito dal pittore Antonio Berotti e continueranno la loro missione in terra di lavoro fino a tutto il 1784. Sul finire del 1785 partirà la seconda missione, guidata dal Berotti che però verrà affiancato dal pittore Stefano Santucci “ … Per la esecuzione di tale incombenza destina al Berotti il soldo di venticinque Ducati il mese e quello di ducati venti al Santucci …” oltre “… all’abitazione, il fuoco e la vettura franca per spostarsi da un paese all’altro … “ (cit.: “Il Costume Popolare Salentino”M.Paone-Congedo Ed. 1975),
Questo secondo viaggio durerà davvero tanto e negli anni dal 1787 al 1789 sono anche a Nardò oltre che negli altri paesi del Salento.
Re Ferdinando teneva molto al risultato di tale missione , lo testimoniano le numerose missive che il suo Segretario di Stato invia al responsabile Cav. Venuti. Il costume di un popolo costituisce infatti uno scrigno di segni , metafore, simboli caratteristici delle popolazioni che lo indossano.
Risultato della lunga impresa compiuta dai due artisti fu una ricchissima raccolta di acqueforti, acquerelli, disegni e minuziose descrizioni di tutti i costumi delle popolazioni dei principali paesi del Regno di Napoli. Leggendo questi “rapporti” possiamo venire a conoscenza ad es. di cosa fossero gli “scicchi” indossati dalle donne e come fossero adornati e con quali stoffe confezionati, oppure cosa fossero le “giamberghe” indossate dagli uomini. Le gouaches del Berotti e del Santucci trovano conferme in numerosi scritti e opere pittoriche realizzate in quegli anni da diversi artisti durante i loro “ grand – tour “. In alcuni dipinti di Filippo Hackert ad es. , che rappresentano i porti di Gallipoli, Otranto, Taranto e Brindisi, sono raffigurati uomini e donne con abbigliamento corrispondente a quello descritto dal Berotti e Santucci.
Questo enorme patrimonio storico – identitario, a partire dall’epoca successiva all’unità d’Italia, fu via via forzatamente messo da parte dalla popolazione. L’autorità piemontese vedeva con sospetto chi indossava il costume locale perché associato al periodo Borbonico e perché indossato con orgoglio dagli insorti contro il loro dominio. Al processo di desuetudine contribuì poi in maniera definitiva il Fascismo che deplorava ogni forma popolare locale prediligendo la tesi dell’unitaria tradizione latina.
Restituire alla memoria collettiva tale patrimonio realizzando i costumi dei paesi della provincia di Lecce come rappresentati nelle gouache durante la ricognizione reale del ‘700 significa far riaffiorare il sentimento d’appartenenza inserendolo in un contesto culturale di più ampio respiro, superare stereotipi sulle abitudini di vita dei nostri antenati, troppo spesso rappresentati unicamente come gente “alle pezze” … Innumerevoli testimonianze dimostrano come invece il nostro fu un popolo “colorato”, allegro, accogliente, operoso, “musicale”, prezioso … come i costumi che lo rappresentano.
“I popoli che aspirano ad un avvenire migliore, pur mantenendo la loro identità, non possono non rivolgere la loro attenzione al passato”.

ANALISI DELLE ESIGENZE

  • Far riaffiorare e rafforzare il sentimento di appartenenza al territorio
  • Soddisfare l’esigenza di ampliare le conoscenze attraverso la scoperta/riscoperta delle radici culturali del territorio da parte della popolazione e dei giovani in particolare.
  • Promuovere il confronto tra passato e presente al fine di stimolare paragoni tra diverse culture e consentire di affrontare con maggiore consapevolezza le dinamiche del mondo moderno, per costruire una società della convivenza e del reciproco rispetto.
  • Riscoprire attraverso l’antico abbigliamento come il modo di vestire unitamente ai dialetti, cerimonie religiose, abitudini alimentari costituisse, e per certi versi costituisce ancora, elementi di riconoscibilità e differenziazione delle comunità. L’abbigliamento in particolare identificava l’appartenenza ad un determinato ambiente e individuava alcuni aspetti della vita sociale: lo stato di nubile o di donna sposata, il lutto e le festività richiedevano vestiti e acconciature diverse.
  • Riscoperta e valorizzazione delle antiche tecniche di tessitura e confezionamento degli abiti.
  • Sopperire alla mancanza di un laboratorio per la riscoperta e valorizzazione delle tradizionali tecniche di tessitura e confezionamento

 

ATTIVITA’

  • Allestimento di un laboratorio per la tessitura e il confezionamento degli abiti tradizionali rappresentati nelle gouache realizzate nella seconda metà del ‘700 dai pittori incaricati da Ferdinando IV di Borbone.
  • Attività di tessitura con minitelai e confezionamento degli abiti tradizionali.
  • Allestimento del Piccolo Museo del Costume Popolare del Salento presso il Castello Acquaviva di Nardò(Le) con gli abiti realizzati nell’attività laboratoriale.
  • Inaugurazione dell’esposizione a cura dei volontari partecipanti ai laboratori vestiti in abito tradizionale

Il Presidente
Italia Andriani

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IL COSTUME POPOLARE DEL SALENTO


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